Quando ho preso la decisione di scrivere un libro e auto-pubblicarlo, ho pensato “ma che ci vuole? Basta avere una storia da raccontare”.
Stavo partendo già col piede sbagliato, ma me ne resi conto mooolto dopo.
Vi risparmio tutto il travaglio dei primi tre capitoli, ma solo per adesso perché volevo parlare, invece, di uno dei tanti escamotage che ho usato davanti ai problemi incontrati strada facendo e come questo si sia poi rivelato quello adatto per una esordiente come me.
Come ho scritto nel mio post di presentazione, i protagonisti del mio romanzo, Emma e Eric, hanno viaggiato in lungo e in largo prima di approdare definitivamente a Londra. Il titolo del romanzo infatti, “Il caos nel mio cuore”, non l’ho scelto io, ma loro e con un sottotitolo da parte di Eric “ma vaffan…” che ho omesso perché quella destinazione non la trovavo carina…
Premesso che tutto questo è successo perché sin dall’inizio non avevo chiaro una trama e l’ho inventata mentre scrivevo, io non ho viaggiato granché e nei posti in cui sono stata – davvero pochi – Londra non era tra questi. Non conosco niente dell’Inghilterra, a parte qualcosa del passato guardando Bridgerton, ma nemmeno Jules Verne conosceva le terre dove ha ambientato i suoi libri, eppure descriveva quei luoghi come se li avesse davvero visitati. E lui non aveva Google Map come me.
Usare google map è stato divertente e istruttivo. Ho fatto catapultare Emma e Eric da Londra a Bournemouth (nel Dorset, sud Inghilterra) senza sapere niente di questa città. Tra l’altro dovevo costruire lì la casa di riposo Green Eden, piccolo teatro della storia, ma dove? E come sono le case di riposo in Inghilterra? Cercavo di tutto online, dalle case di riposo (tra le tante ho trovato questa: Abbeyfield House, locata a Plymouth, carinissima), alla città di Bournemouth, trovando informazioni importanti per la mia storia.
Bournemouth – foto da Bournemouth_official Instagram
Sono stata sull’Isola di Wight nella cui città di Cowes i primi di agosto organizzano la famosa Cowes Week, una tra le più antiche gare veliche. È qui che ho portato i protagonisti per un divertente fine settimana all’insegna di tanto rum e baci bollenti…
Ma prima di Wight c’è stata l’isola di Guernsey e poiché non conoscevo nemmeno questa piccola isola, ho guardato un film dedicato alla sua storia, “Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey”, molto bello e romantico, guardatelo.
Anche Brighton è stata teatro di qualche gitarella simpatica, ma il mare è stato il vero protagonista. La Wave Dancer, la barca a vela di Eric, ha fatto da cornice romantica per tutta la loro storia d’amore. Per trovarla è stato semplice, appena ho scritto “barche a vela” su google mi sono apparse delle tali meraviglie che mi sono ritrovata a invidiare Emma.
Questa è quella che ho scelto alla fine:
(foto dal sito Jeanneau.com ) Penso che me la comprerò, appena vinco al SuperEnalotto…
Anche in questo caso, grazie alle ricerche su Santo Google, ho imparato alcune cose sulle barche e il glossario sulla vela, che ho degnamente (credo) trasferito ai miei protagonisti.
Riguardo il passato di Eric, mi sono documentata soprattutto con un paio di film. Uno è il bellissimo “Fight Club” del 1999, con Brad Pitt e Edward Norton. Per chi non lo avesse visto (penso pochi) sappiate che è un film pazzesco e i due attori sono incredibili.
Un altro film che mi ha ispirato arriva invece dalla Germania intitolato “La febbre del cemento”, molto interessante, ve lo consiglio.
Ringrazio Larry Page e Sergey Brin per questa loro illuminazione visionaria.
Riciao mamy, dov’è reperibile il tuo libro?
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